Cosa succederebbe se potessimo tornare nel passato? Lo scopriamo in Finché il caffè è caldo?
Nel bar descritto nel libro è possibile tornare indietro nel tempo e rivivere un dato momento, ma ci sono una serie di regole a cui sottostare, la più importante è che il salto nel passato deve durare solo il tempo di bere Finché il caffè è caldo. Ma allora perché andare nel passato se il presente non si può cambiare e ci sono tutte queste regole? Lo si scopre leggendo, assieme ai protagonisti delle storie.
Ci sono vari racconti nel libro, che parlano di salti diversi per motivi diversi, ma i personaggi alla fine sono tutti collegati. Le storie non sono particolarmente intricate e non c’è tantissima introspezione dei personaggi. Cosa che lo rende un po’ diverso dai libri di altri autori giapponesi, in cui la storia solitamente si svolge per la maggior parte nella testa dei personaggi.
Alla fine il libro potrebbe essere ambientato anche fuori dal Giappone, non c’è una connotazione culturale così forte. I racconti sono carini e il testo è scorrevole, non si riesce a immedesimarsi molto però, manca una forte parte emotiva, nonostante i viaggi dei personaggi partano proprio da motivi sentimentali.
In generale l’ho trovato un po’ strano da leggere, non mi ha suscitato particolari emozioni, i personaggi non mi sono rimasti particolarmente simpatici e alcune cose sono rimaste un po’ in sospeso.
La morale alla fine è che non importa se il passato rimane com’è, abbiamo sempre il futuro che ci aspetta.
Finché il caffè è caldo è una lettura piacevole, c’è anche un seguito che potrei anche leggere (Basta un caffè per essere felici), ma come ho detto non mi ha lasciato troppe emozioni. Penso lo consiglierei solo a chi ha voglia di leggere qualcosa di molto semplice, anche se alcuni temi potrebbero essere impegnativi nonostante rimangano trattati in modo un po’ superficiale.
- Editore: Garzanti 2020
- Prima edizione: 2017
- Titolo originale: コーヒーが冷めないうちに
- Pagine: 192
- EAN: 9788811608769
