E’ noto che i libri giapponesi possono essere molto difficili, non è il caso de I miei giorni alla libreria Morisaki.
Tatako ha scoperto che quello che credeva il suo fidanzato sta in realtà per sposarsi con un’altra. Piccolo problema, i due sono colleghi, così come la fidanzata ufficiale, e lei decide quindi di licenziarsi per non doverli più vedere. Dopo un periodo in cui non riesce in nessun modo a riordinare la sua vita e fa fatica persino ad alzarsi dal letto, Tatako accetta l’invito dello zio Satoru e si trasferisce a Jinbocho, il quartiere delle librerie di Tokyo.
Lo zio Satoru gestisce la libreria di famiglia proprio qui e invita Tatako a trasferirsi al piano di sopra per aiutarlo con i clienti mentre lui si sottopone a delle cure per la schiena. Altro piccolo problema, a Tatako i libri non interessano. Ma questo è destinato a cambiare perché quando sei immerso (letteralmente) nei libri prima o poi il libro giusto ti trova.
Inizia per Tatako un periodo di riscoperta, della lettura, di sé stessa, dello zio Satoru e del suo matrimonio, delle persone che la circondano.
I miei giorni alla libreria Morisaki è un bel racconto di come sia possibile uscire da un periodo difficile con l’aiuto dei libri. Secondo me il libro giusto esiste per tutti e prima o poi salta fuori per aiutarci a comunicare con il mondo.
lo consiglio?
Leggetelo, è un libro giapponese non difficile da capire, la cultura nipponica c’è e si vede ma non sembra così lontana dalla nostra. In più come non consigliare un romanzo in cui si parla di libri? Piccolo problema, fa venire molta voglia di andare a Tokyo a vedere il quartiere delle librerie.
- Edizione: Feltrinelli, 2022
- Titolo originale: 森崎書店の日々
- Prima edizione: 2010, Shogakukan Bunko
- Pagine: 149
- ISBN: 9788807034947
