Per dieci minuti – Chiara Gamberale

Oggi tratteremo del perché dovremmo leggere le recensioni prima di comprare i libri e non dopo averli letti (come faccio di solito io). Trattazione breve: “Questo libro va bene come fermaporta, quasi al pari della Ladra di libri”. Corollario 1 – si legge in due mezze giornate sotto l’ombrellone quindi non offre neanche una lettura avvincente per una settimana di ferie (Malus). Corollario 2- non pretende di trattare il tema della Shoà, la Seconda Guerra e la sopravvivenza ai bombardamenti dopo aver guardato una fiction su Rai Uno (Bonus).

per dieci minuti

Torniamo ai fatti. Per la challenge della lettura 2021 mi ero riproposta di leggere un libro da tempo sul mio scaffale, presente fin dal 2018 quando avevo fatto un acquisto approfittando di un’offerta sull’edizione Universale Economica Feltrinelli. Avevo scelto di approcciare questa autrice di cui avevo sentito blandamente parlare – né bene, né male in pratica, ma che a quanto pare pubblica, scrive e conduce programmi radiofonici con successo.

La trama: Chiara è stata lasciata dal marito e abita in una città che odia. Le mancano, in quest’ordine: la sua casa di campagna dove è cresciuta e dove ha abitato fino a poco prima, il marito (che nomina costantemente col maiuscolo e possessivo Mio Marito, come fosse un’appendice statica), forse e dico forse il lavoro, di cui parla sempre senza riuscire a chiarire mai cosa davvero le manchi di quel lavoro. Non le mancano: denaro, amici tratteggiati come le macchiette di un fumetto – sempre uguali a come te li aspetti, una psicoterapeuta freudiana dove portare tutte le proprie nevrosi. In particolare, si lamenta di frequente della propria voglia di vivere, dovrebbe averla o non averla? Dovrebbe sentirsi in colpa per essere sopravvissuta all’abbandono o esserne soddisfatta? Infine, sopra ogni altra cosa non apprezza i cambiamenti.

Questo volume prende spunto dalla tecnica dei 10 minuti della meditazione per spronare la protagonista a fare ogni giorno qualcosa di nuovo per quei benedetti 10 minuti. Perché di più non può eh. In una sequenza che personalmente trovo tragicomica, in cui ogni capitolo corrisponde ad una entry del diario, Chiara si scervella per pensare e realizzare qualcosa di nuovo: una manicure rosa glitterato, cucinare i pancake, seguire un video su youtube per imparare le basi del hip hop,…

L’autrice dice di scrivere i propri romanzi in maniera sempre un po’ autobiografica. In questo libro di fatto abbiamo una protagonista scrittrice, probabilmente belloccia, tanto fortunata da avere una famiglia equilibrata alle spalle, con problemi alimentari evidenziati più volte, sicuramente del tutto inabile a qualsivoglia attività manuale che non sia premere i tasti di una tastiera, che viene lasciata dal marito (per fortuna). Al lettore viene da domandarsi dove finisca l’autrice e inizi il personaggio.

Punti dolenti: i personaggi sono stereotipati e piatti, tutte le loro scelte riflettono in realtà il disegno del narratore di un cosmico “andrà tutto bene”, con ciascun tassello che trova il proprio naturale posto. Il romanzo è centrato sui 10 salvifici minuti che permettono di cambiare punto di vista se non addirittura la vita, senza mai cambiarla in realtà: le attività sono banali, ciò che è destinato a cambiare semmai sono i perni intorno a cui ruota la vita di Chiara, perni che in realtà fanno già parte della storia e sui quali sorvola senza prendere mai coscienza dei cambiamenti che hanno portato. Su Goodreads chi lo ha apprezzato lo descrive come romanzo di formazione, scritto in maniera fluente (ovvero senza subordinate), godibile appieno “dopo gli esami di maturità”. Non voglio dire con ciò che sia un romanzo adatto ai “young adult”, ma viene da domandarselo dato che, della propria formazione, la Gamberale riesca ad inserire nel romanzo appena echi lontanissimi dell’Anna Karenina di Tolstoj, una citazione di Harry Potter e tanta paccottiglia contemporanea.

Lo consiglierei?

NO: a chi vuole passare una giornata sotto l’ombrellone e non ha niente da perdere, potreste trovare un romanzo che vi diverta o vi rimanga impresso maggiormente.

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