Per il mio bene – Ema Stokholma

Ho nuovamente spulciato Audible, nella sezione biografie (assolvendo così uno degli obiettivi della Challenge di lettura 2024) e mi sono lasciata coinvolgere da questa opera sulla vita di Morwenn Moguerou, una bambina nata e cresciuta in Francia, che è scappata dalle violenze della madre ed è arrivata in Italia dove ha svolto molteplici lavori, fino a realizzare il proprio sogno di lavorare nel mondo della musica e diventare, infine, dj e conduttrice radiofonica e televisiva.

Per il mio bene

Questa la vita in estrema sintesi di Ema Stokholma, dj e conduttrice, un personaggio che conoscevo limitatamente, a parte il timbro di voce inconfondibile per la r francese che la contraddistingue. Non ho mai seguito i suoi programmi in radio o in televisione, anche se devo aver sentito parlare della sua esperienza a “Ballando con le stelle” da mia madre. Non giudicateci, vi prego.

Finita questa breve premessa, parliamo dell’opera e del perché la reputo una delle cose migliori che ho letto quest’anno: Morwenn odia sua madre che è un Mostro, uno di quelli con la M grande e tu non puoi che essere d’accordo con lei, dopo aver ascoltato i molteplici episodi di violenza verbale e fisica, che l’autrice racconta senza filtri. Morwenn è una bambina intelligente che, nonostante tutto, adora la vita, pur detestando il tempo che è costretta a passare accanto al mostro, riducendo se stessa, sviluppando un disturbo della condotta alimentare, comportamenti problematici e dipendenze. Anche nei momenti più oscuri, una cosa la salva dall’annientamento: la musica.

Dal momento in cui fugge di casa a 15 anni, si arriva abbastanza rapidamente all’esito della vicenda [spoiler, ma neanche tanto]: gli ultimi due incontri con la madre, a seguito della diagnosi di leucemia per la donna che aveva reso un incubo l’infanzia di Morwenn. La morte della donna e il suo funerale sono per Ema la chiave di volta per capire la propria infanzia e liberare il proprio futuro.

Due riflessioni importanti nella conclusione: la salute mentale passa da una scelta efficace del proprio terapeuta (ed è importante sia che si abbia subito abusi che no, a mio avviso) ed è una conquista per Ema trovare la persona giusta che la faccia sentire capita e che le offra gli strumenti per affrontare la propria storia personale e il proprio vissuto da adulta.

La cura e la protezione dei bambini, inoltre, non è sufficiente che passi nei giudizi severi emessi sui social network: l’autrice invita tutti gli adulti, in particolare gli insegnanti, a fare sempre una domanda in più, perché tutti possono essere la persona in grado di salvare un bambino dall’ennesimo abuso, o peggio. Non fatevi i cavoli vostri e non giratevi dall’altra parte, in sostanza.

Questo romanzo mi ha ricordato per alcuni aspetti L’educazione di Tara Westover, che ho letto nel 2019/20 col bookclub. Al contrario di quello letto in precedenza, mi ha fatto emozionare molto di più: ho riso e ho pianto, forse non nelle scene che alcuni potrebbero ritenere più giuste, ma la lettura fatta proprio dall’autrice ha aggiunto molta enfasi ad alcune parti e non si potevano ignorare le forti emozioni che lei stessa sentiva leggendo il proprio romanzo.

Ultima nota: Stokholma è stata premiata con il Premio Bancarella 2021, infatti, questo libro è stato scelto da 140 editori indipendenti per il valore dell’opera. Per la challenge Reading 2024, però, ho deciso di tenere questa lettura solo nella sezione “biografia” e non “libri premiati”.

Da leggere: se non vi spaventate per un linguaggio violento, crudo, descrittivo, che presenta tratti di black humour. Se volete leggere un arco di crescita dall’oscurità ad altra oscurità, che approda poi alla realizzazione piena di sé.

  • Edizione: HarperCollins Italia.
  • Titolo originale:  Per il mio bene.
  • Prima edizione: 2020.
  • Pagine: 190 p, 3 h e 21 di ascolto.
  • ISBN: 9788830509603
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