Il terzo diritto imprescrittibile del lettore secondo Pennac è proprio quello di non finire un libro.

Sono giunta abbastanza presto alla conclusione che ci sono tanti libri da leggere e non abbastanza tempo per leggerli tutti, quindi se un libro non mi ispira, non vale proprio la pena di soffrirci sopra. Uno dei primi libri che ricordo di aver abbandonato è stato La coscienza di Zeno al liceo, devo dire che non me ne sono mai pentita.
Ci sono vari motivi per abbandonare un libro, il primo ovviamente se è troppo pesante e non ci da nessuna emozione. A meno che non sia un libro di scuola (e anche lì con riserva, vedi sopra), non vedo proprio perché dovrei costringermi a finirlo. Un esempio di questo è Il cardellino, non mi ha detto proprio niente e non sono sicura di essere arrivata nemmeno a metà.
Poi ci sono libri che ci piacciono ma non riusciamo ad andare avanti in nessun modo. Per me è stato La storia infinita. Purtroppo ho tentato di leggerlo dopo aver visto il film e non sono proprio riuscita a finirlo, perché continuavo a pensare alle immagini già viste.
Ci sono poi i libri che non arrivano al momento giusto. Per esempio il mese scorso ho provato a iniziare Il martello dell’Eden, ma, per quanto mi piaccia Ken Follett, non sono proprio dell’umore per leggere un thriller in questo periodo, la violenza mi impressiona parecchio.
C’è poi il libro per cui stupisco tutti per il fatto che non mi piaccia: Il Signore degli Anelli. Mi spiace, ma 20 pagine di descrizioni delle colline dei Tumulilande per me sono troppe, eliminerei Tom Bombadill anche subito e, nonostante abbia tentato di saltare pagine su pagine, alla fine i film sono molto belli e mi salvano da una lettura per me troppo impegnativa. Se vogliamo salvare Tolkien, sappiate che Lo hobbit mi è piaciuto molto e l’ho pure riletto un paio di volte.
Ci sono poi quei libri in cui, secondo me, l’autore è molto convinto di quello che dice… e io invece per nulla. Esempi: Pensa e arrichisci te stesso, recensito qui qualche mese fa; alcuni libri di Paulo Coelho (Aleph e Il vincitore è solo), quando invece altri libri dello stesso autore mi sono piaciuti (Brida).
Questo è per dare un’idea che non c’è niente di male a non finire un libro, sicuramente ce n’è uno migliore che ci aspetta.
