Un giallo per ogni stagione

Le letture fuori programma di giugno mi hanno fatto completare quella definita dalla sua stessa autrice Paola Barbato una “poli-bilogia”. Non si tratta di una trilogia, ma di un romanzo che viaggia su 2 binari separati e due punti di vista differenti ( “Io so chi sei” pubblicato nel 2018 e “Zoo” uscito nel 2019) il cui filo narrativo si conclude in “Vengo a prenderti” pubblicato nel 2020.

Vengo a prenderti Paola Barbato

I primi due volumi possono essere letti nell’ordine che si preferisce: il primo ha un’ambientazione inquietante, un magazzino occupato da vecchi carrozzoni di uno zoo (nomen omen), l’altro spazia nella vita di Lena, una ragazza buona e brava, entrata in crisi dopo la morte del fidanzato Saverio e che verrà perseguitata da angoscianti messaggi.

Avevo letto “Io so chi sei” lo scorso anno, durante il primo lockdown: sono stata conquistata in quel periodo dal genere thriller, grazie ad un altro romanzo sempre della stessa autrice e (che ve lo dico a fare?) da “Misery”, il famosissimo romanzo del Re del genere. Non sono ancora sicura che questa narrativa mi appartenga, essendo una appassionata del grande romanzo classico (Austen, le Brontë, Tolstoj), tuttavia rimango sempre affascinata dalla capacità di alcuni autori di tenerti incollato alla lettura pagina dopo pagina, mentre ti ripeti “ancora una, ancora una soltanto”.

Sicuramente questi romanzi non rappresentano la lettura tranquilla della buona notte, ma Barbato ha un’ottima voce narrante e una sapiente mano nei dialoghi e nello sviluppo delle scene. I tre romanzi coinvolgono un certo numero di personaggi e l’autrice compie la magia di mettere d’accordo trame, caratteri e punti di vista differenti. Lo stile è a tratti cinematografico, amplificato soprattutto nel terzo capitolo dal punto di vista del narratore: multiplo e focalizzato di volta in volta sui sentimenti e le idee di ciascun personaggio. A fine romanzo si riuscirà ad avere una certa idea sull’assassino, ma non tutte le carte che abbiamo in mano ci avranno fatto capire la cosa giusta.

Le critiche mosse a Barbato per quest’opera riguardano proprio l’aver lasciato due romanzi dal finale aperto senza avvisare il lettore in anticipo: ci sono voluti 3 anni per venire a capo dell’indagine che coinvolge Anna, Lena e l’agente Francesco Caparzo. Tutti i personaggi coinvolti, tra l’altro, sono ben lontani dall’essere vagamente simpatici o affini al lettore, per questo rimane sempre in sospeso l’eterno quesito, pregno di una certa attesa: “Cosa farà loro l’assassino?”.

Senza cedere troppo agli spoiler, aggiungo una nota personale rispetto ad alcuni dettagli che rimangono un po’ tralasciati, finiscono in secondo piano, proprio a causa dello svolgersi della trama. Inoltre, forse a causa di una tragica eredità dalla lettura di Agatha Christie e dalla visione delle continue repliche della “Signora in giallo”, anche i finali mi hanno lasciata un po’ perplessa: non fatevi illusioni, non ci sarà un indagatore super partes che chiarirà ogni dubbio alla fine.

In conclusione: merita? Ce lo consigli?

Senz’altro, una lettura non per tutti gli stomaci, ma sicuramente per tutti gli appassionati di thriller all’italiana che vogliono conoscere la voce di questa autrice, che sceneggia anche Dylan Dog (magistralmente).

E voi? Siete appassionati di thriller? Preferite gli autori stranieri o i gialli all’italiana?

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Una risposta a “Un giallo per ogni stagione”

  1. Mi hai incuriosita, devo proprio leggere qualcosa della Barbato.
    L’estate per me è la stagione di gialli e thriller quindi ti chiederò consiglio con cosa cominciare

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