Winnie Puh di A. A. Milne

Del libro per bambini più bello che io abbia letto nella mia vita da adulta e perché proprio Winnie the Pooh, della traduzione pietosa di Luigi Spagnol e delle tavole illustrate di E. H. Shepard che da sole valgono tutto il libro.

winnie puh

Non c’è nessun valido motivo per cui uno non dovrebbe, in un piovoso pomeriggio passato chiuso in casa in montagna, prendere in mano questo libro e godersi le avventure che contiene. L’eterna fanciullezza di Christopher Robin, la mancanza di cervello di Puh, le nevrosi di Porcelletto, le pretese egotiche di Gufo, la depressione dell’asino Isaia. Il viaggio al bosco dei Centro Acri diventa scoperta e riscoperta dei valori dell’infanzia: l’amicizia, la rivelazione, anche se sarebbe meglio dire il ritrovamento nel caso del Palo Nord, la condivisione e lo Stare Insieme. Avventure semplici e sciocche, perfettamente godibili da chiunque, ma ancora di più da chi ha amato da bambino questi personaggi.

Tutto assume il sapore dolce ed un po’ appiccicoso del miele mentre le pagine scorrono e Winnie the Pooh, l’eroe che non è e non sa di essere, sbatte la testa sulle scale ad ogni passo del suo amico Christopher Robin – bump, bump, bump. Non è un libro per bambini, ma un libro che parla ai bambini, a tutti quelli che sono ancora dentro di noi e che non si vergognano ad affacciarsi per giocare un po’ con la fantasia e per ricordare gli anni dell’infanzia.

Ammetto il mio bias, avendo conosciuto la compagnia del bosco dei Cento Acri attraverso i cartoni animati Disney, inevitabilmente sono affezionata ai nomi di Pimpi e Ih-Oh. Piglet e Eeyore in lingua originale corrispondono a Maialino e al verso dell’asino, perciò ho avuto grosse difficoltà nell’affrontare l’infamante variante di Porcelletto, sebbene parzialmente corretto, e lsaia della traduzione del 1993. Anche il titolo “Winnie Puh” mi lascia perplessa, dato che nel 1965 Winnie the Pooh era già conosciuto in Italia e aveva dato lo spunto per un nuovo nome ad una piccola band di provincia. Non sto scherzando. Il gruppo dei Pooh si chiama così perché alla segretaria del produttore piaceva il piccolo orso inglese.

Lo consiglio?

Senza se e senza ma, una lettura che dovrebbe appartenere a tutti.

  • Edizione: Salani Gl’istrici 1993 (la mia copia è la sesta ristampa 2000)
  • Titolo originale: Winnie the Pooh
  • Prima edizione: 1926
  • Pagine: 164 (e una mappa all’inizio)
  • ISBN: 88-7782-278-3

Ho riflettuto e sono giunto ad un’importante decisione. Queste api non sono quelle giuste”.

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