Un libro molto personale da Murakami, molto diverso da quello che scrive di solito.
Abbandonare un gatto racconta una serie di ricordi del padre di Murakami, mancato qualche anno fa. Solitamente questo autore non scrive cose molto autobiografiche ma questa volta ha sentito il bisogno di andare più sul personale.
I ricordi sono ovviamente un po’ frammentati e spesso l’autore ci dice che non è nemmeno sicuro che le cose siano andate proprio così, visto che spesso sono ricordi di bambino e non può più chiedere conferma al padre. Nonostante questo la lettura è molto scorrevole e non si perde mai il filo del ricordo (non come La ragazza con la Leica, per capirsi).
La parte centrale del libro racconta soprattutto della Seconda Guerra Mondiale. Il padre di Murakami è stato nell’esercito tre volte nel corso degli anni di guerra. L’autore si interroga spesso su cosa sarebbe potuto succedere se in un dato momento il padre fosse stato presente in una precisa battaglia, probabilmente in altre condizioni lui non sarebbe nemmeno nato.
C’è una rivalutazione delle cose che succedono per caso, che spesso sembrano alle persone il destino che li porta in quella direzione, ma in realtà non sono altro che eventi casuali che si susseguono.
Devo dire che, visto il titolo, prima di iniziare a leggere ho sfogliato le pagine per vedere che fine facesse il gatto che Murakami e il padre abbandonano a inizio libro. Non potevo sopportare che poi andasse a finire troppo male. Purtroppo poi ad un certo punto del libro c’è un altro gatto con un finale non piacevole, ma non dico altro, vale comunque la pena leggerlo.
Abbandonare un gatto mi è piaciuto, è un Murakami inedito e molto facile da leggere. L’idea è una serie di ricordi che ricompongono la storia e i rapporti dell’autore con il padre. Lo consiglio se volete una lettura veloce ma allo stesso tempo non scontata.
- Editore: Einaudi 2020
- Titolo originale: 猫を棄てるー父親について語るときに僕の語ること
- Prima pubblicazione: 2019
- Pagine: 76
- ISBN: 9788806246020
